Il cosiddetto bonus sicurezza 2023 è un’agevolazione fiscale rivolta a tutte le persone che intendono sostenere dei costi riguardanti i lavori di messa in sicurezza della propria abitazione.
In cosa consiste il bonus sicurezza?
Il bonus sicurezza fa’ parte dei bonus edilizi per i quali l’Agenzia delle Entrate ha stilato una guida sulle agevolazioni fiscali.
A differenza degli altri bonus, non sarà necessario un intervento di ristrutturazione per poter accedere al bonus sicurezza ma sarà sufficiente realizzare interventi finalizzati a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti.
Cosa si intende per atti illeciti?
È la stessa Agenzia delle Entrate a chiarire che “per atti illeciti si intendono quelli penalmente illeciti (per esempio, furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti)”. Attenzione però ad un dettaglio! Allo scopo della prevenzione degli atti illeciti, il bonus è riservato solamente agli interventi materialmente realizzati sull’immobile e non ai servizi ad essi collegati.
Per fare un esempio, sarà contemplata l’installazione di un allarme ma non l’eventuale abbonamento con un istituto di vigilanza che lo gestisce.
Quali interventi rientrano nella detrazione?
La lista non è necessariamente esaustiva ma vediamo quali tipi di intervento rientrano nel bonus sicurezza:
- Installazione o sostituzione di grate, cancellate, porte e\o finestre blindate, saracinesche, ecc.
- Realizzazione o ristrutturazione di recinzioni murarie
- Apposizione o sostituzione di lucchetti, serrature, catenacci, ecc.
- Installazione di rilevatori di effrazione
- Installazione di tapparelle metalliche o con sistema di blocchi
- Installazione di vetri blindati o antisfondamento
- Installazione casseforti a muro
- Montaggio di fotocamere o videocamere collegate con istituti di vigilanza privata
- Installazione o sostituzione di antifurto e centraline
A quanto ammonta il bonus sicurezza?
Si tratta di una detrazione del 50% dei costi sostenuti fino a 96.000€ e non è possibile ottenere lo sconto in fattura.
Per accedere al rimborso sarà infatti necessario presentare, in fase di dichiarazione dei redditi, tutta la documentazione comprovante i lavori eseguiti ed i pagamenti effettuati con metodo tracciabile.
Il recupero delle somme spettanti avverrà a rate nei successivi 10 anni.
Quali sono i metodi di pagamento accettati?
Oltre al pagamento con carta di credito, che non dovrebbe comportare problemi, si consiglia di effettuare il pagamento con bonifico bancario “parlante”.
Nella causale sarà infatti preferibile l’indicazione della partita iva della ditta che esegue l’intervento (codice fiscale se eseguito da persona fisica) e il riferimento normativo al testo unico delle imposte sui redditi (art. 16 bis Dpr 917/1986).