Guida passo passo per accedere al congedo retribuito di 15 giorni dedicato ai lavoratori del settore privato che si sottopongono alle cure termali.
Il congedo termale
Si tratta di un congedo istituito dall’art. 13 del decreto legge 463/1983 e consiste in un periodo di assenza dal lavoro fino a 15 giorni (non frazionabili) per sottoporsi alle cure presso gli stabilimenti termali. Alcune regole fondamentali:
- Il congedo è dedicato ai lavoratori del settore privato
- Il congedo copre anche i giorni di chiusura dello stabilimento (di solito la domenica) e l’eventuale giorno di viaggio per raggiungere la struttura
- Tra le ferie ed il congedo per cure termali devono passare almeno 15 giorni
- I giorni di congedo non vanno computati nel periodo di comporto
- Non esiste un periodo di preavviso predefinito ma il datore di lavoro va avvisato il prima possibile per il principio di correttezza e buona fede
- Il datore di lavoro non può negare il congedo ma si deve limitare a verificare la completezza della certificazione fornita
- Durante i giorni di congedo non si è sottoposti alle fasce di reperibilità o a controlli di alcun tipo
Controlli preliminari
Per prima cosa, è necessario verificare se la propria patologia è elencata nell’allegato 9 del DPCM datato 12 gennaio 2017 (sezione aventi diritto), che comprende alcune malattie:
- Reumatiche
- Delle vie respiratorie
- Dermatologiche
- Ginecologiche
- Otorinolaringoiatriche
- Dell’apparato urinario o gastroenterico
- Vascolari
Dopo aver appurato che la patologia sia inclusa tra quelle elencate, sarà necessario verificare con il proprio medico di base o con lo specialista, che il trattamento richiesto rientri tra quelli elencati nelle prestazioni erogabili a tutti gli assistiti. In casi particolari le prestazioni possono essere richieste direttamente dall’INAIL.
Perché è necessario il medico specialista?
Una volta constatata la presenza della patologia ed il tipo di cure elencate nell’allegato 9 del DPCM sopra citato, sarà necessaria un’impegnativa del medico di base per una visita con lo specialista operante presso una struttura pubblica.
Sarà infatti il medico specialista a prescrivere il tipo di cure da effettuare e a rilasciare un certificato in cui attesta la patologia per la quale si chiede l’accesso alle cure termali; in questa fase è importante fornire al medico tutta la documentazione attestante la patologia.
Si ricorda che le cure a carico del servizio sanitario nazionale sono limitate ad un ciclo all’anno.
Quanto costa?
Per accedere alle cure termali è necessario il pagamento del ticket che a partire dal 1 gennaio 2017 è pari a 55€ per le persone non esenti. Gli aventi diritto all’esenzione per invalidità, reddito o patologia, sono tenuti a versare un importo pari a 3,10€ per ogni ricetta come previsto dall’art. 68, comma 2, della legge 448/1998).
L’accesso alle cure termali vere e proprie
Una volta ottenuta la certificazione e l’impegnativa dello specialista, sarà necessario sottoporsi ad un’ulteriore visita presso lo stabilimento termale, preventiva all’inizio del ciclo delle cure richieste; il medico presente presso lo stabilimento dovrà infatti confermare che il paziente abbia effettivamente bisogno di quelle determinate cure e che il suo stato di salute sia compatibile con la prestazione richiesta dallo specialista. Di solito la visita si svolge nello stesso giorno dell’inizio del ciclo di cure termali.
Le cure e la certificazione
Durante il ciclo di cure che solitamente dura due settimane, sarà necessario certificare l’effettiva presenza del paziente presso la struttura, per tutti i giorni di richiesta del congedo. Solitamente si viene dotati di un badge che registra l’entrata e l’uscita dallo stabilimento termale o addirittura l’orario esatto nel quale si inizia la prestazione.
Al termine del ciclo di cure, verrà rilasciata una specifica certificazione, da parte dello stabilimento termale, che dovrà poi essere fornita al proprio datore di lavoro.