L’IA entra nei luoghi di lavoro
L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando profondamente il mondo del lavoro. Oltre a supportare processi produttivi e decisionali, l’IA viene sempre più utilizzata per monitorare e valutare le performance dei lavoratori. Sistemi noti come AIWM (Artificial Intelligence for Worker Management) raccolgono dati su produttività, tempi di inattività, interazioni con i clienti e persino segnali emotivi, offrendo alle aziende strumenti avanzati per la gestione del personale.
Il quadro normativo: tra Statuto dei Lavoratori e AI Act
In Italia, l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970) disciplina i controlli a distanza, richiedendo l’accordo sindacale o l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro per l’installazione di strumenti che possano comportare il controllo dell’attività dei lavoratori. Tuttavia, l’avvento di sistemi basati sull’IA solleva interrogativi su come queste tecnologie si inseriscano nel quadro normativo esistente.
A livello europeo, il Regolamento (UE) 2024/1689, noto come AI Act, introduce una classificazione dei sistemi di IA in base al rischio. I sistemi utilizzati per l’assunzione, la valutazione e il monitoraggio dei lavoratori sono considerati “ad alto rischio” e sono soggetti a obblighi specifici, tra cui la necessità di informare preventivamente i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali.
I rischi per la privacy e la trasparenza
L’utilizzo dell’IA per il controllo dei lavoratori solleva importanti questioni relative alla privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha più volte sottolineato che il monitoraggio sistematico dei dipendenti deve rispettare i principi di proporzionalità e trasparenza. Ad esempio, l’uso di dati biometrici per il controllo delle presenze è stato ritenuto non conforme alla normativa vigente, anche in presenza del consenso dei lavoratori, a causa dell’asimmetria nel rapporto di lavoro (il lavoratore è sempre ritenuto parte debole).
Inoltre, l’adozione di sistemi decisionali automatizzati richiede che i lavoratori siano adeguatamente informati sul funzionamento degli algoritmi e che sia garantita la possibilità di intervento umano nelle decisioni che li riguardano.
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Verso un nuovo equilibrio tra tecnologia e diritti dei lavoratori
Il disegno di legge italiano sull’intelligenza artificiale, approvato dal Senato il 20 marzo 2025, introduce la creazione di un osservatorio dedicato all’uso dell’IA nel mondo del lavoro. Questo organismo avrà il compito di analizzare come l’IA sta trasformando il mercato occupazionale, favorire percorsi formativi per lavoratori e imprese, e proporre linee guida per un’adozione responsabile delle tecnologie intelligenti.
Con l’entrata in vigore dell’AI Act europeo, sarà fondamentale capire come verranno classificati i sistemi di IA che possono incidere direttamente sui diritti dei dipendenti. In particolare, resta da chiarire se gli strumenti capaci di prendere decisioni disciplinari in modo automatizzato saranno considerati ad “alto rischio” – quindi regolati più rigidamente – oppure se saranno inclusi nella categoria di “rischio inaccettabile”, con conseguente divieto d’uso nei contesti lavorativi.
Conclusioni
L’integrazione dell’IA nei processi di monitoraggio dei lavoratori rappresenta una sfida complessa che richiede un aggiornamento del quadro normativo esistente per garantire un equilibrio tra le esigenze produttive e la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori. È importantissimo che le aziende adottino un approccio trasparente e responsabile nell’implementazione di queste tecnologie, coinvolgendo attivamente i rappresentanti dei lavoratori e assicurando il rispetto delle normative sulla privacy e sul lavoro.