La previdenza integrativa detta anche complementare ha l’obiettivo di andare ad integrare la pensione pubblica al fine di migliorare il tenore di vita dei futuri pensionati.
Un po’ di storia giuridica della previdenza integrativa
La prima legge che andò a regolamentare la previdenza integrativa fu la numero 124 del 1993 ma, ad onor del vero, già prima di allora esistevano dei fondi pensione per alcune categorie di lavoratori. Ad oggi, l’intero sistema delle forme pensionistiche complementari è disciplinato dal D.lgs 252/2005 e l’attività di vigilanza è attribuita alla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione meglio conosciuta come “COVIP”.
Come si aderisce alla previdenza integrativa?
Al momento dell’assunzione, i lavoratori sono tenuti a scegliere entro 6 mesi se destinare il proprio trattamento di fine rapporto (TFR) ad un fondo pensione oppure se lasciarlo in azienda (o all’INPS). In mancanza di comunicazione, opera il meccanismo del silenzio-assenso.
Quali tipi di fondo esistono?
Oltre ai fondi preesistenti menzionati sopra, esistono tre tipi di fondo per la previdenza integrativa:
Fondi chiusi ovvero quelli istituti dalla contrattazione nazionale o di secondo livello
Fondi aperti ossia quelli istituiti da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio, ecc.
Piano pensionistici individuali che rappresentano i contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziali
Come si contribuisce?
Il primo pilastro del fondo pensione è costituito dal versamento del TFR, da parte dell’azienda, al fondo stesso.
Il lavoratore può contribuire con dei versamenti volontari mensili, anche minimi, nella misura dello 0,5% dello stipendio o poco più.
Solitamente, in presenza di un versamento volontario da parte del lavoratore, anche il datore di lavoro è obbligato dal CCNL a versare una quota parte in aggiunta a quella del lavoratore.
Le agevolazioni fiscali
Per tutti i versamenti effettuati ai fondi pensione, ad eccezione del TFR, esiste il regime di deducibilità fino ad un massimo di 5164,57€ annui. In altre parole, le aliquote verranno calcolate su un reddito inferiore. Ad esempio: su un reddito di 30.000€ l’anno, qualora il lavoratore versasse 3.000€ al fondo pensione, la tassazione non sarà più applicata a 30.000€ bensì su 27.000€, con un risparmio considerevole sull’IRPEF. Quest’operazione può essere fatta ogni anno ed è possibile portare in deduzione anche i versamenti effettuati in favore dei familiari fiscalmente a carico.
Quale fondo scegliere per la previdenza integrativa?
In linea di principio, conviene affidarsi al fondo di categoria individuato nel contratto collettivo nazionale (CCNL).
Il lavoratore può anche rivolgersi ad altri fondi anche per affiancare in maniera indipendente quello di categoria.
La legge infatti non impedisce di avere più fondi pensione anche di diverso tipo.
Per confrontare i fondi che esulano dal discorso della contrattazione collettiva, ci si può affidare a consulenti specializzati che sapranno consigliare il lavoratore sulla scelta migliore da fare in quel momento, basata su vari parametri come età, anzianità di servizio, fascia di reddito, ecc.
Domande frequenti
Cos’è la previdenza integrativa?
La previdenza integrativa è un sistema di protezione sociale che permette ai cittadini di integrare la pensione pubblica, fornendo loro un’entrata aggiuntiva durante la vecchiaia. Si tratta di un sistema volontario, che consente ai lavoratori di accumulare risorse finanziarie per il futuro.
Quali sono le forme principali di previdenza integrativa in Italia?
Le principali forme di previdenza integrativa in Italia sono i fondi pensione e i piani individuali di risparmio pensionistico (PIR). I fondi pensione sono entità collettive che raccolgono i contributi dei lavoratori per poi redistribuire le pensioni. I PIR, invece, sono piani individuali di risparmio che offrono vantaggi fiscali a chi investe in strumenti finanziari legati al tessuto produttivo italiano.
Quali sono i vantaggi della previdenza integrativa?
La previdenza integrativa offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di aumentare l’ammontare della pensione ricevuta, migliorando così il tenore di vita durante la vecchiaia.
Inoltre, molti piani di previdenza integrativa offrono anche vantaggi fiscali, consentendo di ottenere detrazioni o deduzioni fiscali sui contributi versati.
Come posso aderire alla previdenza integrativa?
Per aderire alla previdenza integrativa, è possibile rivolgersi a un fondo pensione o a una compagnia assicurativa che offre piani previdenziali integrativi. È necessario compilare l’apposita documentazione e versare i contributi previsti dal piano scelto.
Cosa succede se cambio lavoro durante la mia adesione a un fondo pensione?
Se cambi lavoro durante l’adesione a un fondo pensione, di solito puoi decidere se mantenere il tuo capitale accumulato nel fondo precedente o trasferirlo nel nuovo fondo pensione collegato al nuovo datore di lavoro.
È consigliabile informarsi sulle opzioni disponibili presso entrambi i fondi pensione e prendere una decisione informata.
Posso ritirare anticipatamente i miei risparmi previdenziali integrativi?
In generale, i risparmi della previdenza integrativa sono finalizzati alla pensione e non possono essere ritirati anticipatamente. Tuttavia, in determinate situazioni di particolare necessità (ad esempio, gravi malattie o disabilità), potrebbe essere possibile ottenere l’anticipo parziale o totale dei risparmi previdenziali. Le condizioni e i requisiti per il ritiro anticipato possono variare a seconda del piano previdenziale scelto.