“Poteva essere una strage”, esordisce così il Segretario Nazionale Enrico Doddi, nel commentare l’assalto al caveau, in provincia di Sassari, che si è consumato ieri nel tardo pomeriggio.
Il punto di vista di Enrico Doddi
“L’organizzazione di tipo militare, l’ingente numero di uomini, armi e mezzi impiegati e la ferocia dei rapinatori, devono farci riflettere sull’opportunità di adottare nuovi strumenti normativi, per una maggiore tutela dei lavoratori impiegati nell’attività di custodia, scorta e trasporto valori. Ieri poteva andare molto peggio, dato che i malviventi hanno sparato ad altezza uomo contro le guardie giurate e le forze dell’ordine.
Voglio complimentarmi con tutti i lavoratori presenti nel caveau al momento dell’assalto, che hanno saputo mettere in atto le procedure di sicurezza necessarie ad assicurare la loro incolumità e, al contempo, a far fallire, in parte, il colpo che era stato progettato nei minimi dettagli”.
Un fenomeno sempre più frequente
Purtroppo, non è la prima volta che il caveau viene rapinato: questo rappresenta infatti il terzo assalto nel giro di otto anni, a cui si aggiungono anche le rapine perpetrate ai danni dei furgoni blindati, nel territorio sardo e non solo.
Per il prossimo giovedì, la Prefettura di Sassari ha convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Lo ha annunciato il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia su Facebook, che ha definito questa ennesima rapina “un fenomeno criminale che, per frequenza e gravità, sostituisce nell’immaginario globale la piaga rappresentata in passato dai sequestri di persona”.