La visione della UGL Sicurezza Civile
«Siamo orgogliosi che il Piemonte, insieme alla Valle d’Aosta, sia stata la prima regione a perseguire con decisione la strada della contrattazione regionale. È una direzione che sta portando risultati considerevoli per i lavoratori, superando finalmente le diversità provinciali di carattere economico e normativo».
Così dichiara Massimiliano Rossato, Segretario regionale UGL Piemonte, sottolineando con soddisfazione il valore di un modello sindacale capace di adattarsi alle specificità territoriali senza perdere di vista l’obiettivo nazionale: salari più equi, diritti rafforzati, prospettive più chiare. Un impegno che trova fondamento nella volontà di costruire un futuro più solido e dignitoso per tutti i professionisti della sicurezza privata.
UGL Sicurezza Civile crede profondamente nel potenziale della contrattazione integrativa regionale come strumento concreto per migliorare le condizioni delle guardie giurate e degli addetti ai servizi di sicurezza. Questo approccio territoriale consente di affrontare problematiche specifiche e di rispondere più tempestivamente ai cambiamenti del mercato e alle esigenze delle aziende, senza mai perdere di vista i diritti e le aspettative dei lavoratori.
«Abbiamo già presentato la nostra piattaforma rivendicativa in Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Sicilia, con l’intento di promuovere, regione per regione, una visione evoluta del lavoro nella vigilanza privata. L’obiettivo è ambizioso: costruire un tessuto contrattuale capace di valorizzare la professionalità, garantire stabilità occupazionale e alzare gli standard di qualità del servizio offerto. Nelle altre regioni d’Italia si stanno ultimando i lavori e le piattaforme verranno presentate in tempi brevi, al termine del confronto tra i dirigenti sindacali in loco. Anche in territori tradizionalmente meno coinvolti nella contrattazione, l’interesse cresce e si traduce in proposte concrete». conclude Rossato.

Il Piemonte, un esperimento riuscito
L’esperienza piemontese rappresenta oggi un modello virtuoso. È stata la prima regione a sottoscrivere un’intesa applicata su larga scala, capace di armonizzare trattamenti economici e normativi spesso troppo disomogenei tra le province. Un risultato raggiunto grazie al dialogo, alla determinazione e alla capacità di mettere al centro i lavoratori, offrendo loro risposte tangibili. I benefici ottenuti, sia in termini retributivi che normativi, hanno acceso i riflettori su quanto una contrattazione mirata possa influire in modo reale e positivo sulle condizioni di lavoro quotidiane.
La strada tracciata in Piemonte, come riconosciuto da Rossato, dimostra che si può intervenire positivamente anche in un settore segnato da precarietà e ritardi contrattuali cronici. È stato dimostrato che laddove c’è volontà politica e sindacale, è possibile superare storiche resistenze e attuare una riforma dal basso, concreta e partecipata. Il Piemonte ha fatto scuola, e il risultato è un sistema più equo, efficace e capace di dare risposte reali ai bisogni delle persone.
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Lombardia: contrattazione come leva di crescita
A fare eco al collega Rossato è Maurizio Buonfino, Segretario Regionale della UGL Lombardia, che rilancia con decisione: «La contrattazione regionale è una grande opportunità per far crescere salari e tutele dei lavoratori del comparto. In Lombardia siamo pronti a sederci al tavolo per ottenere risultati concreti, replicando e migliorando i modelli che hanno già funzionato altrove».
Per Buonfino, l’integrativo regionale non è un semplice “aggiustamento”, ma una vera e propria leva di crescita per un settore strategico per la sicurezza dei cittadini e delle imprese. L’obiettivo è quello di ridurre il gap tra le diverse realtà provinciali, spesso orfane della contrattazione integrativa, e costruire un quadro contrattuale che tenga conto delle nuove esigenze, sia economiche che organizzative, che caratterizzano oggi il lavoro nel settore. In un contesto sempre più competitivo, investire sul benessere dei lavoratori significa anche migliorare la qualità del servizio.
Buonfino ha inoltre evidenziato come la contrattazione regionale possa rappresentare una spinta verso una maggiore dignità professionale, valorizzando le competenze specifiche di chi lavora nel comparto e creando le condizioni per una formazione continua, mirata e qualificante.

Conclusioni: una strategia da estendere
La strada è segnata. UGL Sicurezza Civile prosegue, regione dopo regione, con la convinzione che solo la contrattazione dal basso, partecipata e coerente con i bisogni del territorio, possa garantire quel salto di qualità che il comparto della vigilanza privata aspetta da troppo tempo. Il sindacato invita tutte le controparti, istituzionali e imprenditoriali, a cogliere l’opportunità storica di una riforma strutturata e inclusiva, capace di restituire dignità e valore a un lavoro che, troppo spesso, viene dato per scontato.
Il futuro della sicurezza passa anche da qui: dalla capacità di ascoltare, proporre e costruire insieme. La UGL Sicurezza Civile è pronta, con proposte concrete, spirito di servizio e una visione chiara. E non intende fermarsi.
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Piattaforma Lombardia
Piattaforma Piemonte
Piattaforma Lazio
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