La legge 104 del 5 febbraio 1992 prevede diverse agevolazioni, sia per la persona a cui viene riconosciuto lo stato di invalidità che per i familiari o congiunti che intendono fornirgli assistenza.
I benefici per i soggetti a cui vengono riconosciuti i benefici della Legge 104 del 1992
Per ottenere i benefici previsti dalla Legge 104/92, la commissione medica dell’Inps deve riconoscere alla persona richiedente un certo grado di invalidità e le agevolazioni variano in base alla percentuale riconosciuta dell’invalidità stessa.
Le percentuali di invalidità
In base alla percentuale di invalidità, la Legge 104 riconosce diversi benefici a sostegno della persona invalida o dei familiari. Vediamo in base alle percentuali quali agevolazioni sono previste:
- Fino al 33 % nessun beneficio
- Dal 34% ausili e protesi
- Dal 46% la persona soggetta ad invalidità può essere iscritta nel collocamento mirato; una lista da cui i datori di lavoro vanno a “pescare” i soggetti idonei alla loro attività lavorativa, per poterli inserire nel mondo del lavoro
- A partire dal 51% di invalidità si ha diritto ad un congedo per cure fino a 30 giorni all’anno
- Dal 60% l’invalido deve essere collocato in modo definitivo
- Dal 67% oltre ad ausili e protesi si ha diritto alla totale esenzione del ticket
- Assegno mensile previsto per chi ha un’invalidità di almeno 74%, se non si superano i 4.795,57 € di reddito annui
- Il 100% di invalidità da diritto ad un assegno mensile di pensione a prescindere dalla condizione reddituale
Il trattamento pensionistico verrà erogato, come già specificato per gli invalidi con percentuale dal 67% e con almeno 5 anni di contributi versati di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni.
Permessi retribuiti Legge 104 del 1992
I lavoratori a cui viene riconosciuta l’invalidità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge 104 del 1992 hanno diritto a 3 permessi mensili retribuiti. Anche il lavoratore che assiste un familiare in condizione di grave infermità ha diritto agli stessi periodi di astensione dal lavoro, nella misura di 3 giorni al mese.
I permessi spettano:
- alle persone disabili in situazione di gravità
- ai genitori, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità
- al coniuge o convivente (accertabile da Stato di famiglia) della persona disabile in situazione di gravità
- ai parenti o affini entro il 2° grado della persona disabile in situazione di gravità
L’articolo 24 della legge 183 del 2010 ha poi esteso il beneficio dei permessi e congedi previsti dalla legge 104 anche ai parenti o affini fino al terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge della persona in situazione di disabilità grave abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Come si richiedono i permessi Legge 104/1992?
La maggior parte delle aziende accetta una mail da parte del lavoratore in cui si comunica l’assenza per permessi 104, sarà poi la stessa azienda a farsi rimborsare dall’ente tali giorni di assenza.
Il lavoratore in possesso dei requisiti per la fruizione dei permessi 104 dovrà fare apposita richiesta all’Inps, che concederà un’autorizzazione per l’utilizzo di tali benefici.
Solo dopo la ricezione della conferma da parte dell’Inps, di cui una copia dovrà essere fornita al datore di lavoro, si avrà diritto a fruire dei permessi 104 e tutti benefici conseguenti, come il congedo straordinario.
Dal 13 agosto 2022 in base al D.Lgs. 105 del 2022 è stato eliminato il referente unico che può beneficiare dei permessi riferiti alla L. 104 del 1992; quindi potranno fare domanda anche più lavoratori per un unico familiare con disabilità.
Congedo straordinario Legge 104
Il lavoratore che assiste un familiare invalido ha diritto ad un congedo straordinario nel limite massimo di 24 mesi, per l’intera vita lavorativa, anche se dovesse assistere un ulteriore disabile o in caso di cambio del datore di lavoro, che sarà retribuito al 100% tenendo sempre come riferimento la paga base.
Categorie di lavoratori che non possono fruire dei permessi
Non è possibile richiedere i permessi retribuiti legge 104 per le seguenti categorie di lavoratori:
- lavoratori a domicilio;
- addetti a servizi domestici e familiari;
- agricoltori a tempo determinato;
- autonomi;
Turni notturni e trasferimenti con Legge 104
In base alla recente sentenza della Corte di Cassazione numero 12649 del 10 maggio 2023, i lavoratori che beneficiano dei diritti legati alla Legge 104 del 1992, anche i lavoratori al cui parente da assistere non è stato concesso lo stato di grave infermità possono essere esonerati dai turni notturni e non possono essere trasferiti in sedi lontane.
Infatti secondo i giudici della Suprema Corte la Legge 104 non specifica il grado di disabilità per cui i lavoratori possano essere esonerati dai notturni e non essere trasferiti. Vien da sé che tutti i benefici concessi ai lavoratori che usufruiscono della Legge 104 in base al comma 3 dell’articolo 33, debbano essere riconosciuti anche a chi ha un parente da assistere a cui è stato assegnato il comma 1 art. 33 della Legge 104. Avranno quindi diritto sia ai tre giorni di permesso mensili, che all’eventuale esonero, se richiesto dal lavoratore stesso, dai turni notturni, per poter provvedere ai bisogni dell’assistito.